–> da Quotidianosanità.it del 25/11/2020
“Non sappiamo ancora se funziona ma in ogni caso l’Italia è pronta ad accoglierlo e conservarlo”
Parla il Direttore del Centro Nazionale Sangue
IL Centro Nazionale sangue e l’Iss, coadiuvati dai Centri Trasfusionali italiani, stanno lavorando su test, in arrivo nelle prossime settimane, in grado di individuare agevolmente il quantitativo di anticorpi nel plasma convalescente e consentire di raccoglierlo con facilità rendendolo immediatamente disponibile. ma servono ancora evidenze scientifiche inequivocabili sull’efficacia di questo trattamento che comunque, di sicuro, non produce danni. Il direttore del Cns Vincenzo De Angelis ci spiega a che punto siamo
Un’arma potente per mettere definitivamente a tappeto il Covid 19 o solo caricata a salve? E se fosse una risorsa vincente, il sistema sanitario sarebbe pronto a servirsene? Soprattutto, ogni paziente guarito può donare il proprio plasma iperimmune e tutto il plasma donato può essere trasfuso?
Sono tanti gli interrogativi sull’uso del plasma convalescente, trattamento conosciuto già durante l’influenza spagnola del 1918. Interrogativi in cerca di risposte concrete, anche perché la battaglia si fa sempre più dura e arricchire l’armamento terapeutico in attesa del vaccino non guasterebbe.
E’ di qualche giorno fa un servizio televisivo realizzato da Le Iene che metteva in luce le potenzialità del trattamento gettando però anche qualche ombra sulla capacità di ricezione del sistema trasfusionale italiano. Quotidiano Sanità è tornato sul tema per capire qual è lo stato dell’arte con Vincenzo De Angelis, Direttore del Centro nazionale sangue
https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=90250
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