Si chiama BioRav ed è uno studio che viene sostenuto dalle Avis Comunali di Forlì e Cesena attraverso la raccolta di campioni di sangue. Il progetto riguarda i trattamenti con cellule dendritiche per le forme oncologiche meno conosciute
Contribuire alla ricerca scientifica con un gesto apparentemente semplice, come una donazione di sangue. È quello che, unendo le forze, stanno facendo le Avis Comunali di Forlì e Cesena, l’IRST “Dino Amadori” IRCCS e l’Immunoematologia e medicina trasfusionale Cesena – Forlì – Officina trasfusionale AUSL della Romagna.
Si tratta di una collaborazione concreta per sostenere la ricerca sui tumori rari che valorizzerà ancora di più anche la donazione di sangue ed emocomponenti. In particolare, nel corso delle prossime settimane verranno effettuati specifici prelievi ai donatori avisini, su base esclusivamente intenzionale, per supportare lo sviluppo dello studio biologico BioRav promosso da IRST. Il progetto nasce con l’obiettivo di raccogliere dati e campioni biologici da persone affette da glioblastoma e tumori rari, candidati per essere arruolati in uno studio clinico che prevede un trattamento a base di cellule dendritiche del paziente stesso da eseguire in IRST IRCCS. Da qui, identificare ed espandere lo studio di nuovi marcatori biologici, prognostici e predittivi di risposta alla terapia immunitaria. Per meglio comprendere le caratteristiche delle cellule immunitarie nei pazienti oncologici è importante disporre di analoghi campioni biologici sani, in modo da ottenere dei valori di riferimento con cui confrontarli. E in questo diventa essenziale il supporto delle associazioni di donatori, in particolare delle Avis Comunali di Forlì e Cesena: «Siamo onorati di contribuire, grazie alla generosità delle donatrici e dei donatori, a questo studio – spiegano i presidenti di Avis Comunale Cesena e Avis Comunale Forlì, Gualtiero Giunchi e Roberto Malaguti – Essere tra gli attori di un progetto in favore del miglioramento della salute pubblica rafforza la nostra attività quotidiana. Forlì e Cesena hanno scelto di partecipare in maniera congiunta, a testimonianza dell’unione e della coesione associativa su valori fondanti come il contributo al raggiungimento di una sempre più elevata qualità della vita e un rafforzamento dei principi di partecipazione attiva alla vita di comunità della cittadinanza».
«La terapia cellulare con cellule dendritiche è un trattamento personalizzato perché costruito con il tumore e le cellule del sistema immunitario del paziente stesso – precisa la dottoressa Laura Ridolfi, responsabile SC Immunoterapia, tumori rari centro risorse biologiche IRST – Lo studio, che affianca gli studi clinici con questo prodotto cellulare, è per noi di fondamentale importanza per ottimizzare e migliorare ulteriormente l’efficacia della terapia. Per questo sono molto grata alle sedi AVIS per aver accettato di fornirci il loro supporto».
«Lo studio ha una durata prevista di 5 anni – aggiunge la dottoressa Jenny Bulgarelli, Principal Investigator di BioRav e biotecnologa referente della piattaforma di Immunomonitoraggio clinico e sperimentale IRST – In questa fase è in programma la raccolta di dati e di campioni da donatori sani, in collaborazione con l’Officina Trasfusionale dell’Ausl della Romagna. Prevediamo l’arruolamento di circa 20 donatori, divisi equamente tra uomini e donne, in particolare coloro che si sottopongono a plasmaferesi, una procedura che meglio si abbina alla nostra esigenza di due provette da 10 ml di sangue intero. Il campione raccolto dalle AVIS viene inviato al Laboratorio di Pievesestina di Cesena insieme al consenso firmato del donatore e lì sarà anonimizzato così da rendere assolutamente impossibile risalire alla persona. Terminato questo passaggio, i campioni arriveranno in IRST, nel laboratorio Immunomonitoraggio clinico e sperimentale per le analisi comparative sulle cellule del sistema immunitario e le vescicole extracellulari circolanti».
«Nella nostra Regione le componenti istituzionali e associative della rete trasfusionale collaborano e cooperano giornalmente per il raggiungimento di obiettivi di tutela della salute dei cittadini – conclude il dottor Rino Biguzzi, Direttore dell’Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Cesena – Forlì – Officina Trasfusionale AUSL della Romagna – garantendo la disponibilità di emocomponenti e medicinali plasmaderivati con uniformi ed elevati livelli di qualità e sicurezza. Anche in questo caso non poteva mancare quindi la nostra disponibilità a partecipare all’attività di ricerca, condividendo la scelta culturale di responsabilità sociale e civile che è alla base del sistema trasfusionale».
https://www.avis.it/tumori-rari-via-a-un-progetto-di-ricerca-grazie-ai-donatori-di-sangue/
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