In molti li avranno già incontrati nella sede di Avis o al punto raccolta del Bufalini, ma vogliamo presentarveli ufficialmente. Sono Camilla Abbondanza, Giacomo Franceschi e Marianna Vecellio, i tre ragazzi che stanno svolgendo il Servizio Civile presso Avis Comunale Cesena.
Sono loro stessi a raccontare come sono arrivati ad impegnarsi in questa esperienza.
Camilla, Giacomo e Marianna si presentano
Camilla ha 20 anni, è studentessa universitaria al secondo anno di Economia e spiega: “Ho deciso di intraprendere questo percorso perché dopo un anno di pandemia ho sentito la necessità di dare il mio contributo alla comunità e perché avevo voglia di mettermi in gioco con una nuova esperienza”.
“Sono venuto a conoscenza di questo progetto grazie ai social – dice, dal canto suo Giacomo, 23 anni – e dopo aver potuto vedere in prima persona l’importanza del gesto di donare il sangue ho deciso che fosse il modo migliore di mettermi in gioco per poter aiutare gli altri.
Anche per Marianna il primo approccio è avvenuto tramite social: “Ho 26 anni e sono laureata in Psicologia. Ho conosciuto AVIS Cesena e il servizio civile tramite i social e poi, informandomi più a fondo sul progetto proposto, sono rimasta colpita da vari aspetti. Tra essi, l’educazione al dono per i giovani e l’opportunità di far parte di una realtà così ben inserita nel contesto della città di Cesena. Affronto questa esperienza di volontaria del servizio civile universale con la speranza che sia formativa, soprattutto a livello personale e umano, e che possa farmi conoscere ancora più a fondo le dinamiche di AVIS e della donazione”.
Il Servizio Civile compie 20 anni
La loro è una presenza particolarmente significativa, non solo per il prezioso lavoro quotidiano svolto in associazione, ma perché con la loro presenza testimoniano nel modo più eloquente il valore del Servizio civile, che proprio quest’anno compie 20 anni.
Era il 6 marzo 2001, infatti, quando il Parlamento approvò la legge n. 64, che lo istituiva secondo le caratteristiche basilari che conosciamo: volontario, aperto alle donne, fondato sulla difesa della Patria e sui principi costituzionali di solidarietà sociale, volto a salvaguardare e tutelare il patrimonio della Nazione e a contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani. Nel 2017, un ulteriore passo in avanti, con la trasformazione in Servizio Civile Universale, ancora più attento ai giovani volontari e al loro bisogno di crescere.
Molta strada è stata fatta in questi venti anni: nel 2001 i posti disponibili erano solo 396, nell’ultimo bando sono stati quasi 56mila; complessivamente sono stati coinvolti oltre 523mila ragazze e ragazzi che hanno scelto di mettersi in gioco dedicando un anno della loro vita a servizio degli altri.
Ma la storia è cominciata prima…
Ma in realtà, la storia del servizio civile è più lunga, e all’inizio fu strettamente legata all’obiezione di coscienza. Infatti, per molti anni, fino al 2000 – quando entrò in vigore la legge che ha abolito (o meglio, sospeso) il servizio militare obbligatorio – il servizio civile era l’alternativa obbligata per i giovani obiettori.
E risale a quel periodo il nostro rapporto con i giovani del servizio civile: i primi obiettori arrivarono in via Serraglio nella seconda metà degli anni Novanta, quando la nostra fu una delle prime Avis in Italia ad avere una convenzione diretta col Ministero della Difesa. Il merito di questo risultato fu soprattutto dell’On. Walter Bielli, allora componente della Commissione Difesa della Camera, che prese a cuore la nostra situazione e ci diede un grande aiuto, specialmente sul fronte burocratico, per rendere possibile l’accordo con il Ministero.