Grazie a lui, Avis Cesena è arrivata in cielo, E ha volato anche sui social. Stiamo parlando di Jury Maru, professione deejay, paracadutista per passione, ma soprattutto donatore: a lui è venuta l’idea del lancio con l’insegna di Avis per promuovere la cultura della donazione, ed è lui che nell’ottobre scorso l’ha messa in pratica. La sua foto mentre si libra per aria sventolando lo striscione con lo slogan “Donare sangue è molto più facile” è stata vista da migliaia di persone, ha mietuto like, ed è stata condivisa anche dal profilo di Avis nazionale.
Gli abbiamo chiesto di raccontarci questa esperienza e il suo impegno di donatore.
Come sei diventato donatore?
La mia carriera di donatore ha avuto alti e bassi. Ho cominciato diversi anni fa, quando ero impiegato alla Caic di Calisese, spinto dall’invito di una collega. Poi, per un certo periodo mi sono perso per strada: il lavoro mi portava spesso fuori, avevo orari irregolare e per questo non riuscivo a incastrare la donazione fra gli altri impegni. Quando mi sono un po’ ‘fermato’, però, sono riuscito a riprendere a donare con regolarità. Ed è una cosa che faccio con piacere.
Cosa ti ha convinto a fare questa scelta?
In primo luogo, la fiducia nei confronti di Avis e del sistema di raccolta del sangue. E poi , molto semplicemente, la consapevolezza che donare è una cosa che fa stare molto bene, non richiede sforzi o capacità particolari, e i risultati sono assicurati. E’ una vera mossa win – win in cui tutti ci guadagnano e nessuno ci rimette. Senza dimenticare, più egoisticamente, che domani potrei avere bisogno anche io di sangue. Insomma, ne vale la pena.
Ci racconti come è nata l’idea del lancio per Avis?
Quando vado a donare, spesso pubblico un post o delle stories. Non lo faccio per guadagnare ‘mi piace’ (non sono un influencer), ma perché credo che i social possano essere uno strumento utile per far conoscere il più possibile la donazione di sangue e magari invogliare qualcuno a fare altrettanto.
In Avis se ne sono accorti e, sapendo che lavoro in radio e mi occupo di comunicazione, mi hanno chiesto la disponibilità a dare una mano in modo più tangibile per promuovere la donazione di sangue. Quando ci siamo incontrati abbiamo cominciato a valutare diverse idee e un po’ per scherzo ho detto al presidente ‘Se mi fate una bandiera con la scritta Avis me la porto nel prossimo lancio e facciamo le foto e un video’. L’idea è piaciuta subito a tutti, forse perché ai profani di paracadutismo un lancio sembra un’impresa straordinaria. Così da questa mia battuta è partito il progetto e poche settimane dopo (il tempo di preparare la bandiera), c’è stato il salto. E devo ringraziare per l’aiuto i miei compagni di lancio: Denis Salomoni di Cesena che ha tenuto la bandiera con me e Andrea Bartolucci di Ravenna che ha fatto le riprese.
E così, in Avis sei diventato una celebrità…
La sera in cui è stata pubblicata la foto sono stato bombardato di messaggi anche da parte da amici e conoscenti che vivono in altre città. E vedere quella foto utilizzate anche per la comunicazione nazionale di Avis ha fatto aumentare la gioia per aver fatto qualcosa di utile per creare risonanza sull’attività di Avis.
Nella nostra epoca la comunicazione è tutto. Secondo te cosa si può fare per agganciare nuovi donatori?
Secondo me occorre trovare un modo per far capire che donare è una figata, proprio come lanciarsi con il paracadute. Bisogna trovare gli strumenti adatti per dimostrarlo, stimolare la curiosità, far capire che è un’azione alla portata di tutti, molto più semplice e fattibile di quello che si può credere. Probabilmente, per raggiungere questo scopo potrebbe essere utile coinvolgere anche altri donatori, invitarli a trovare punti di contatto fra il loro impegno verso Avis e le loro passioni. Ci sono tanti sport e tanti hobby particolari e affascinanti e sicuramente fra i donatori ci sono persone che li praticano, ma non hanno mai pensato di collegare le due cose.