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“Donatori di plasma: grazie per il vostro tempo!” Il messaggio del presidente di Avis Emilia-Romagna Maurizio Pirazzoli

Il presidente di Avis Emilia-Romagna Maurizio Pirazzoli ringrazia di cuore i donatori della regione che hanno consentito di raccogliere, nei primi sei mesi del 2024, oltre a 97.570 unità di sangue intero, 52.000 kg di plasma. Dato di grande importanza poiché la durata della procedura di plasmaferesi è più lunga rispetto a quella di donazione di sangue intero.

Dopo la Lombardia, regione molto più popolosa, l’Emilia-Romagna è la regione italiana che raccoglie più plasma in termini assoluti: 52.641 kg da gennaio a giugno, il 6% in più dello stesso semestre nel 2023. Siamo inoltre la terza regione per raccolta di plasma in proporzione alla popolazione con 11,8 kg ogni mille abitanti, preceduta di poco da Friuli Venezia Giulia (12,6 kg per mille abitanti) e Marche (12,3 kg per mille abitanti). Risultati importanti che confermano l’impegno associativo per la piena applicazione del Piano sangue e plasma regionale, il quale ha tra i suoi punti di forza quello del raggiungimento dell’autosufficienza di plasma, che non abbiamo ancora.

Le ragioni di questo obiettivo sono di varia natura, e tutte importanti: innanzitutto perché così si riduce la dipendenza del nostro Sistema sanitario dal mercato internazionale del farmaco, dal quale oggi acquistiamo i prodotti plasmaderivati che non riusciamo a produrre. Aumentare la raccolta di plasma significa poter realizzare, in conto lavorazione, attraverso le aziende convenzionate, i farmaci plasmaderivati che ci servono, in particolare per trattare le patologie oncologiche consentendo, per altro, alla regione di conseguire importanti risparmi in termini economici. L’autosufficienza degli emoderivati indicata come obiettivo nel Piano sangue regionale appena approvato permetterebbe di destinare importanti risorse ad altre spese sanitarie a vantaggio della collettività. Non da ultimo, l’autosufficeinza ha un’implicazione etica: i plasmaderivati prodotti dai volontari italiano non provengono da donatori remunerati, come invece spesso avviene all’estero, anche all’interno della Comunità europea. Una scelta coerente col messaggio delle Associazioni del dono, affermato e difeso dalla normativa italiana: sul corpo umano non deve essere realizzata mai alcuna compravendita.

“L’andamento della raccolta in regione è soddisfacente: i 30.127 kg raccolti nella provincia di Modena, e il buon risultato conseguito anche a Forlì nei primi sei mesi dell’anno dimostrano incontrovertibilmente che là dove ci sono i separatori e le poltrone dedicate, la raccolta in plasmaferesi cresce. Dobbiamo molto all’organizzazione delle nostre sedi e ancora di più alla risposta delle donatrici e dei donatori, che sono pronti a mettersi in gioco per aiutarci a portare a casa il risultato dell’autosufficienza. Non è cosa da poco – così commenta Maurizio Pirazzoli, e prosegue – perché donare plasma richiede un allungamento dei tempi della seduta ai quali i donatori non si sottraggono: pur vivendo in contesti dove si va sempre più di fretta e il tempo per sé è sempre meno, le poltrone disponibili si riempiono senza problemi. Di questo ringraziamo di cuore tutti i donatori, i quali colgono l’importanza sempre maggiore di un emocomponente indispensabile per produrre farmaci dai quali dipende la vita di molti pazienti emofilici e oncologici, oltre che i bambini nati prematuri e i grandi ustionati”.

L’autosufficienza di plasma si ottiene grazie alla dedizione e alla passione di volontari e donatori, ma anche grazie alla forza organizzativa e alle relazioni istituzionali con i Servizi di Medicina trasfusionale. A questo proposito,  Avis Emilia-Romagna e il Centro Regionale Sangue hanno vinto un bando del centro Nazionale Sangue su “pianificazione, realizzazione ed implementazione di sistemi di gestione per la qualità presso le officine trasfusionali integrati con i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta associative, con particolare riferimento alla messa a punto di un modello organizzativo esportabile”: un’ulteriore conferma di come il Sistema trasfusionale dell’Emilia-Romagna sia un punto di riferimento a livello nazionale.

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